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giovedì 19 gennaio 2012

Sulla crisi

Sulla crisi e sui dolori che la vita ci impone di affrontare rivedendo le nostre prerogative, i nostri progetti per il futuro.
Sulla paura di mettersi in discussione, di nuovo, proprio quando eravamo certi del nostro percorso...


"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perchè la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura.
E' nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e da più valore ai problemi che alle soluzioni.

La vera crisi è la crisi dell'incompetenza.
L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d'uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito.
E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perchè senza crisi tutti i venti sono lievi brezze.

Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutto con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."

A.Eisten

giovedì 12 gennaio 2012

Puo un solo gesto cancellare tutto?

Può un solo gesto cancellare tutto?

E' questa la frase, il ritornello che imperversa nella mia testa in questi miei giorni di letargia e febbre alta.
E' una frase stupida, lo so, tratta da un libro e un film estremamente infantile, sterile, ma alle volte sono le cose più stupide quelle più vere. Perchè la vita stessa in fondo è stupida, imprevedibile.

Questo 2012 è iniziato con tanti, troppi cambiamenti. Alcuni voluti, altri invece mi sono piombati addosso come un boomerang e mi hanno colpito in piena faccia lasciando un segno indelebile nella mia anima. Erano evitabili? No.
Si dice che a ogni batosta corrisponde sempre una rinascita, spero sia così anche per me. Spero che questo 2012 sia l anno della mia rinascita.

Per la prima volta nella mia vita sto mettendo in discussione tutto e sto cercando di inseguire un mio sogno, o almeno ci provo. Mi sembra di aver buttato via sei anni della mia vita cosi nel nulla, sei anni dettati dalla paura, dall'angoscia, dal dover dimostrare sempre il doppio degli altri. Sei anni in cui mi sono annientato: tutto quello che ho fatto l'ho fatto perchè era la cosa più giusta, quella più razionale, più corretta, più prevedibile. Non ho mai avuto la forza di ribellarmi, di dire questo non lo voglio, questo si, ho sempre accettatato passivamente tutto fino ad annientarmi.

Adesso è l'ora di cambiare.
Abbiamo una sola vita e io non posso vivere di rimpianti, gia ora all eta di 26 anni mi sento vecchio. Certe esperienze che potevo fare a 20 anni le ho riomandate di troppo troppo tempo e mi chiedo: Sarà tardi?.

Fatto sta che ci provo, farò un colloquio, uno di quei colloqui che non prevedono una preparazione specifica. Non vengono richiesti requisiti specifici devi solo avere fortuna. Fortuna di essere la persona che loro vogliono, la classica persona giusta al momento giusto. La vita è fatta anche di occasioni come questa, di treni che passano e non tornano più, di botte di culo che possono cambiare il corso degli eventi.
Non sono credente, ma sono sicuro che tutti noi lassù da qualche parte abbiamo qualcuno che ci segue, ci protegge, ci indirizza di nascosto. Ecco io mi rivolgo a te, aiutami ora come non mai ne ho davvero bisogno.

giovedì 5 gennaio 2012

Su di me...

Non so se la via che sto percorrendo mi porterà da qualche parte.
Non so se l anno che mi appresto a vivere riuscirà a farmi scrollare di dosso tutte le mie paure, le mie incertezze.

Già perche la paura è sempre stata una costante, un ritornello fisso nella mia vita.

Quel senso di inferiorità che ti porta a non fidarti, a non confidarti, perchè sai che gli altri potrebbero usare le tue debolezze contro di te.
Il mondo è cattivo, molta gente pure ed è per questo che ho sempre evitato di mostrarmi vulnerabile in momenti di difficoltà.

Ancora ricordo alle superiori la sofferenza che provavo dentro per un brutto voto, una interrogazione andata male dopo ore di studio, un rimprovero ingiusto di un professore. Mi arrabbiavo, chiedevo spiegazioni che puntualmente non arrivavano e uscivo di classe. Andavo in bagno e li fra quelle quattro pareti riversavo in lacrime e singhiozzi tutta la mia frustrazione. I miei pianti rimanevano li, ovattati, protetti, confusi fra una campanella e l'altra, una risata e una confidenza fra due amici.
Poi uscivo e come se nulla fosse tornavo in classe, senza dire nulla, senza mostrare nulla come se quel pianto fosse stato solo un incidente di percorso, un fuoriprogramma da dimenticare.

Questo episodio spiega molto di me. E ancora oggi sul lavoro come nello studio non manifesto la mia insoddisfazione, rimane tutto dentro di me, protetto. Forse sbaglio, forse no ma alle volte i miei occhi mi tradiscono. Ed è per questo che alcune persone alla mia risposta "va tutto bene" non credono alle mie parole... Come sei miei occhi gridassero di nascosto.