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venerdì 12 maggio 2017

La mia generazione

Dobbiamo inquadrare la vostra personalità, le vostre attitudini e la capacità che avete di reagire in situazioni di stress. 




Si chiamano "assestment" o più semplicemente colloqui di gruppo, incontri durante i quali un numero generalmente pari di persone, equamente suddivise fra uomini e donne, vengono convocate in una stanza asettica e sottoposti ad una serie di test "psicoattitudinali" e situazioni lavorative ricorrenti durante le quali viene chiesto di immedesimarsi e prendere una decisione possibilmente condivisa dal gruppo.
Il tutto sotto l'occhio vigile del responsabile risorse umane che in un angolo della stanza ascolta, osserva e prende appunti.



Si parte con la classica presentazione: in non più di tre minuti uno alla volta in piedi davanti a perfetti sconosciuti, si è chiamati a parlare di noi, del nostro passato, presente e futuro, dei nostri sogni e obiettivi.  In breve dobbiamo venderci nel miglior modo possibile cercando di riassumere la nostra vita in modo coinvolgente e interessante. E non importa se durante il racconto inventiamo qualcosa od omettiamo quel particolare che non ci fa apparire esattamente come delle persone responsabili, affidabili e vincenti. L'importante è che ciò che diciamo faccia breccia nel cuore dell'esaminatore, annientando la concorrenza. Come un post di successo su Facebook, deve essere coinciso ed originale non necessariamente veritiero. Solo così riceverà tanti like.



Dopo parte il classico quesito che io ho ribattezzato delle tre porte.
La domanda recita: "Hai di fronte a te tre porte: una rossa a destra, una bianca al centro e una azzurra a sinistra. Quale scegli di aprire?"



E improvvisamente il colloquio si trasforma in un quiz tv, in un gioco a premi. Se riesci ad aprire la porta giusta forse vincerai il posto di lavoro altrimenti te ne torni a casa.
Con l'unica sottile differenza che in questo caso non esiste una risposta giusta o sbagliata, semplicemente non esiste risposta.


"La mia generazione ha fame di occasioni che questo tempo non gli dà."
(Chiara Grispo)














sabato 15 aprile 2017

Le feste

Oggi è sabato santo, il giorno prima di Pasqua.

Sono seduto sulla mia scrivania, fuori percepisco un gran fermento.

C'è il ristoratore davanti a casa mia che come ogni anno elargisce bottiglie di vino un po' a tutti; ai suoi clienti più affezionati, ai suoi fornitori, agli spazzini. C'è la mia dirimpettaia che stamani sembra più felice. Di solito non esce mai di casa, se ne sta rinchiusa fra le sue quattro mura, al massimo ti saluta dal balconcino chiedendoti come è andata la giornata. In un primo momento pensavo che questo suo atteggiamento fosse dettato da pura curiosità ma col tempo ho capito che solo sentendo le storie degli altri riesce in qualche modo a riempire le mancanze, i vuoti interiori dando così un sapore e un colore alla sua vita.
C'è il mio amico del cuore che stamani mi ha mandato un messaggio di auguri speciale: lui dall'altra parte del mondo circondato da grattaceli e da persone con occhi a mandorla che neanche si guardano in faccia, tutte vestite nello stesso modo, con la testa china immerse nel proprio universo. Gli ho risposto che lui in quel contesto, vestito "all'occidentale" sembra un alieno.
E' sempre stato un tipo ambizioso lui.
Il giorno che mi ha detto che sarebbe partito perché questo paese non gli avrebbe offerto nulla di ciò che desiderava l'ho guardato sbalordito. Oggi a distanza di anni la malinconia mi assale perché in fondo anche io potevo fare la sua scelta: potevo mollare tutto e andarmene lontano in cerca del mio futuro. Ma si sa a differenza sua io non sono mai stato un tipo temerario, da buon capricorno prima di prendere una decisione pondero sempre i pro e i contro e la ragione ha sempre la prevalenza sull'istinto.

Alle volte ci vuole più coraggio a restare piuttosto che ad andare via. 



venerdì 31 marzo 2017

Una pausa "forzata"

Non esiste un reale motivo che ti spinge a interrompere un percorso. Ne esistono infiniti.



Quando decisi di non pubblicare più post in questo spazio che negli anni ho curato, accudito e amato più di ogni altra cosa al mondo mi ero ripromesso: "sarà una pausa breve Andrea; giusto il tempo di laurearmi, sistemare le cose dentro e fuori di me e poi tornerò. E' un arrivederci, non un addio."
Mi ero reso conto che non avevo più niente da dire, quella parte di me che negli anni mi aveva spinto a riversare qua tutte le mie gioie e frustrazioni, paure e debolezze si stava piano piano spegnendo dentro di me, stava morendo.



ll fattore tempo è essenziale quando vuoi scrivere, la tua mente deve essere libera e in quel periodo della mia vita entrambe le cose mi mancavano.
Chi scrive è un po' come chi dipinge, deve avere la forza di mettere a nudo l'anima per poter realizzare la propria tela.





Certo anche la vita frenetica che conducevo in quegli anni non aiutava affatto. Un'esistenza sempre di corsa, scandita da lunghe e rigide sessioni di studio che aumentarono in modo esponenziale durante il periodo della tesi.
A tutto questo poi si aggiunse una strana patologia che mi colpì chiamata il blocco da ultimo esame. Quella strana sensazione mista a senso di colpa che ti spinge a mollare tutto a pochi mesi dalla laurea per partire lontano, verso un luogo sconosciuto dove non esistono voti, giudizi e sopratutto esami da sostenere.
I segnali c'erano tutti ed erano inequivocabili: ero stanco, dovevo liberarmi di alcune zavorre che mi stavo portando appresso e contemporaneamente dovevo ricaricare le batterie, fermarmi per trovare nuova linfa vitale, nuovi stimoli.



Ma quando uno decide di fermarsi non sa mai per quanto tempo durerà la pausa.


A distanza di cinque anni eccomi qua di nuovo alle prese con termini di cui mi ero scordato l'esistenza come "layout" e "banner". Solo una schermo dividono le mie parole da voi e sono pronto, pronto a riniziare. O semplicemente a continuare.

lunedì 27 marzo 2017

Un nuovo inizio


E' difficile tornare dopo ormai 5 anni, è difficile riprendere in mano un blog che in questi anni ho lasciato abbandonato a se stesso. E'un po' come riavvolgere un filo, fare il punto della situazione e iniziare di nuovo. In questi anni è successo di tutto nella mia vita ma non mi va di dire tutto in un post.
Per raccontare, spiegare c'è bisogno di tempo.