Quando decisi di non pubblicare più post in questo spazio che negli anni ho curato, accudito e amato più di ogni altra cosa al mondo mi ero ripromesso: "sarà una pausa breve Andrea; giusto il tempo di laurearmi, sistemare le cose dentro e fuori di me e poi tornerò. E' un arrivederci, non un addio."
Mi ero reso conto che non avevo più niente da dire, quella parte di me che negli anni mi aveva spinto a riversare qua tutte le mie gioie e frustrazioni, paure e debolezze si stava piano piano spegnendo dentro di me, stava morendo.
ll fattore tempo è essenziale quando vuoi scrivere, la tua mente deve essere libera e in quel periodo della mia vita entrambe le cose mi mancavano.
Chi scrive è un po' come chi dipinge, deve avere la forza di mettere a nudo l'anima per poter realizzare la propria tela.
Certo anche la vita frenetica che conducevo in quegli anni non aiutava affatto. Un'esistenza sempre di corsa, scandita da lunghe e rigide sessioni di studio che aumentarono in modo esponenziale durante il periodo della tesi.
A tutto questo poi si aggiunse una strana patologia che mi colpì chiamata il blocco da ultimo esame. Quella strana sensazione mista a senso di colpa che ti spinge a mollare tutto a pochi mesi dalla laurea per partire lontano, verso un luogo sconosciuto dove non esistono voti, giudizi e sopratutto esami da sostenere.
I segnali c'erano tutti ed erano inequivocabili: ero stanco, dovevo liberarmi di alcune zavorre che mi stavo portando appresso e contemporaneamente dovevo ricaricare le batterie, fermarmi per trovare nuova linfa vitale, nuovi stimoli.
Ma quando uno decide di fermarsi non sa mai per quanto tempo durerà la pausa.
A distanza di cinque anni eccomi qua di nuovo alle prese con termini di cui mi ero scordato l'esistenza come "layout" e "banner". Solo una schermo dividono le mie parole da voi e sono pronto, pronto a riniziare. O semplicemente a continuare.